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INTERROGAZIONI: CON o SENZA voti? Voi da che parte state?

Le interrogazioni: quanti sacrifici, ansie, speranze, quanti “meritavo di più”, odi, felicità, altalene di emozioni. Le interrogazioni sono al centro dell’Universo chiamato Scuola. E sì, perché a parte quella minoranza che studia per piacere, il 90% delle persone studia perché deve andare bene alle interrogazioni, e devono portare a casa il 6 a Maggio, e devono essere promossi. Si studia insomma solo perché ci sono le interrogazioni e le verifiche.

Le interrogazioni si concludono con un voto. Spesso non accordiamo per quel voto. Preferireste quindi che la valutazione fosse fatta in un altro modo? Vediamo in questo articolo di discutere insieme di questo argomento!

I voti giudicano, ma servono

I voti giudicano, ed è così. Alla fine immaginate la scena: c’è una persona estranea, il professore, che vi giudica con un voto che va da 1 a 10 il vostro operato. E’ quindi lui che sta giudicando voi. E’ quindi lui che decide. Ma se lui è di pessimo umore quel giorno? Ne vado di mezzo io? Questo è un tema molto trattato al Liceo.

Se dopo che credo di aver studiato bene, mi sento dire “ti metto 4”, mi sento offeso. Questo accade perché purtroppo si giudica quasi sempre non per l’operato, non per quanto sono andato bene, ma per chi sono io. Se io sono Manuele, che vado sempre male in Matematica, allora anche se studio al meglio e so tutto, non potrò prendere più di 6. E dove c’è la giustizia in questo? Su questo sono d’accordo. Se i voti vanno da 1 a 10, ed io merito 10, me lo devi mettere. Invece no, chi prende sempre 4 può ambire solo al 6 o 7, e secondo me è sbagliato questo.

Ecco perché reputo ingiusti i voti. Mentre invece uno che va sempre bene, anche se va peggio di Manuel prenderà come minimo garantito un bel 7. I voti quindi non giudicano l’operato di uno studente, non giudicano quanto sono andato bene quella volta, ma tengono conto di chi sono io, del mio passato, e delle circostanze della classe. Ma alla fine il Liceo, senza se e senza ma, si dovrebbe concludere. Non la pensate anche voi così, si dovrebbe prendere un diploma?

interrogazioni senza voti

A questo punto ci chiediamo: leviamo i voti? In realtà i voti purtroppo servono, altrimenti come si fa a mettere su carta se uno studente merita o no? Come faccio a quantificare se quello studente è più bravo di un altro? La quantizzazione di come uno va, è data dalla matematica. In particolare dalla media aritmetica. Quindi anche se si vorrebbe un altro modo di giudizio, i voti servono. A fine anno altrimenti come si potrebbe sapere precisamente se uno studente si è impegnato o no in una particolare materia? Quindi, non ci sono proprio alternative?

Aggettivi come voti

Cosa ne pensate dei voti alle elementari? Vi ricordate i buoni, ottimi, perfetti? Alla fine il perfetto era l’equivalente di un 10, mentre il buono di un 7. Poi c’era il sufficiente che era l’equivalente di un 6.

I bambini non bisognava giudicarli troppo, non bisognava offenderli. E quindi si optava per questo tipo di giudizio: gli aggettivi. Alla fine perché non riproporlo anche alle scuole medie e ai Licei? Alla fine al Liceo uno è adolescente, ha i proprio problemi, le proprie preoccupazioni, è internamente ancora non maturo, è fragile ancora. Si potrebbe quindi proporre questo tipo di giudizio anche al Liceo!

Alla fine se un professore vi mette “sufficiente”, o “buono”, o “ottimo”, quasi la differenza non si nota nel momento che ce lo dicono. Emotivamente parlando, intendo. Sa più di “non ti sto giudicando”. Anche fare la media non sarebbe un problema, perché basta associare ad ogni aggettivo un voto. E quindi anche porsi il problema di fine anno dei debiti, non sarebbe difficoltoso.